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BRACCO DI BURGOS


Paese d’origine: Spagna

Classificazione F.C.I.: Gruppo 7- cani da ferma

Cenni storici ed origini della razza: cane da caccia di antica razza spagnola. Le sue origine sono da ricollegare a razze simili morfologicamente, come il “Bracco Italiano”. E’ stata una razza molto popolare soprattutto nell’epoca rinascimentale. Era una razza molto apprezzata dai nobili e dai regnanti in diversi paesi d’Europa. Fu allevato anche dai Gonzaga e venivano impiegati in larga misura nelle cacce che si svolgevano nei boschi, a quei tempi ancora ricchi di selvaggina. Ebbe un grosso declino verso il diciannovesimo secolo ma nell’ultimo secolo è stato rivalutato. Usato per la caccia alla selvaggina da piuma. Considerato da molti un ottimo ausiliare venatorio. È una razza che ha mantenuto in purezza le sue doti originarie di stirpe, al contrario di molte altre razze spagnole.

Aspetto generale della razza: cane di media taglia, mesomorfo dolicocefalo. Classificato morfologicamente come tipo Braccoide. Cane molto ben costruito, con dei giusti rapporti tra le proporzioni della testa e del tronco. La sua costituzione è robusta e solida. Possiede una muscolatura abbastanza sviluppata ed una buona ossatura.

Carattere e cure: è una razza che si distingue da tutte le altre razze per le sue eccellenti doti di resistenza e per il suo innato spirito di cane da caccia. Si tratta di una razza ideale per l’impiego su ogni tipo di terreno e su ogni genere di zona selvatica. Le qualità che lo rendono maggiormente apprezzabile sono la sua abilità nella caccia, sia per la selvaggina da pelo che per quella da piuma e la sua resistenza agli agenti esterni. È un cane molto intelligente e quindi di facile addestramento ed impiego. Un altro da elogiare di questa singolare razza è un senso dell’olfatto molto sensibile, che gli permette di seguire piste e di stanare, senza difficoltà, la preda.

Standard:

Altezza: maschi da 65 a 75 cm al garrese

            Femmine sono un po’ più minute.

Peso: 25 – 30 kg per i maschi, leggermente meno per le femmine.

Tronco: garrese leggermente rilevato. Petto largo e profondo, gabbia toracica forte. Le coste sono ben cerchiate e conferiscono al cane potenza e resistenza. La groppa è ben arrotondata, avvallata e larga.

Testa e muso: grossa, larga, fronte arrotondata, cresta occipitale poco pronunciata, profilo dritto e perfettamente disegnato dal muso al cranio. Il salto naso-frontale segna la metà fra l’occipite e l’estremità del tartufo. Il muso è pressoché quadrato. Le labbra sono grosse, ma non troppo e non cadenti.

Tartufo: scuro ma non nero.

Denti: bianchi, completi nello sviluppo e nel numero.

Collo: ben proporzionato, rotondo e forte, con leggere pieghe alla giogaia.

Orecchie: inserite alte, grandi, lunghe, ricadono formando una piega e terminanti in punta. Sono molto morbide al tatto.

Occhi: sguardo malinconico e intelligente, molto ben protetti dall’arcata sopraccigliare prominente, di colore fulvo o scuro.

Arti: sono solidi e ben muscolosi, con le articolazioni ben libere, i garretti forti e paralleli. Le cosce sono larghe, molto muscolose. La gamba è lunga. I piedi sono corti e rotondi. Le dita sono arcuate, alte con unghie forti e scure.

Andatura: veloce, sciolta ed elegante.

Spalla: molto muscolosa, forte, convessa e corta, cosa che conferisce a questa razza un’andatura generalmente molto veloce.

Muscolatura: ben sviluppata in tutte le parti del corpo dell’animale. Più evidente negli arti posteriori che in altre parti del corpo.

Coda: grossa alla radice, si affina verso la punta. È inserita alta e portata gioiosamente. Viene a volte accorciata di 1/3 della lunghezza naturale.

Pelle: abbastanza fine.

Pelo: corto, compatto e liscio in ogni parte del corpo.

Colori ammessi: bianco che predomina, con macchie o macchiettature di color fegato, oppure questo colore più o meno scuro, macchiettato di bianco.

Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, mancanza di premolari, misure fuori standard, colori del manto non ammessi, carattere timido o aggressivo, tartufo nero, coda torta, arti deboli, movimento scorretto, monorchidismo, criptorchidismo.

A cura di Federico Vinattieri





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Notizia stampata il 04 Oct 2024 su www.animalinelmondo.com il portale al servizio degli animali