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il portale al servizio degli animali
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GHEPARDO
Testo di Luca Bettosini
Foto di Roberto Moiola
“L’aria é calda e immobile sopra la savana bruciata dal sole. Un branco di gazzelle di Thomson i cui fianchi fulvi e striati luccicano agli ultimi raggi del sole ormai al tramonto stava brucando tranquillamente. Non lontano, dalla cima di un termitaio, un altro osservatore sta scrutando in direzione delle gazzelle. Si tratta di un felino dal manto maculato: una femmina di ghepardo con i suoi cuccioli. I suoi occhi d’ambra studiano la scena con attenzione. All’improvviso l’animale tende i muscoli e, lentamente, si alza e si dirige verso il branco. Con cautela, l’animale comincia ad avanzare, nascondendosi dietro piccoli cespugli e ciuffi di erba alta. I suoi movimenti sono sciolti e sicuri. Quando arriva a circa 200 metri dalla preda, all’improvviso si immobilizza. Una delle gazzelle alza lo sguardo e guarda nella sua direzione; poi ricomincia a brucare. Il felino ricomincia la sua manovra di avvicinamento. Prima di mettersi a correre si porta a 60 metri dalle gazzelle, ancora ignare del pericolo. Poi, nella luce del crepuscolo, scatta in avanti come un proiettile. Il branco di gazzelle si sparpaglia in tutte le direzioni, ma il ghepardo non distoglie lo sguardo dalla preda scelta. Corre rapido nella savana, guadagnando sempre più terreno nei confronti dell’agile gazzella. Impaurita la gazzella procede a zigzag per evitare l’inseguitore, ma le sue manovre evasive contro la fulminea agilità del felino non possono nulla. Poi, quando si trova a pochi metri dalla preda, il ghepardo allunga una zampa per fare lo sgambetto alla gazzella. In quel preciso istante inciampa leggermente e in un attimo la gazzella era sparita. Senza fiato, il ghepardo rallenta fino a fermarsi, si siede e guarda in direzione dei cuccioli affamati”.
Avete appena assistito a una dimostrazione della straordinaria velocità del ghepardo.
La caccia può avvenire singolarmente o in piccoli gruppi di massimo tre esemplari. Il ghepardo trascorre la maggior parte del suo tempo accucciato su una collinetta ad osservare il territorio, nella speranza di scorgere qualche preda. A differenza degli altri felini che assalgono la preda cogliendola di sorpresa, il ghepardo cattura le prede inseguendole in una breve e veloce corsa.
Il ghepardo può correre come il vento, è l’animale più veloce sulla terraferma. Ha un’accelerazione così incredibile che, partendo da fermo, in soli due secondi riesce a raggiungere i 65 chilometri all’ora! Ma ciò che fa impressione é che è in grado di raggiungere i 100 chilometri all’ora. Naturalmente può mantenere questa velocità solo per brevi tratti e il dispendio di energie é enorme; nel caso di mancato successo occorre molto tempo prima che sia in grado di riprendere una corsa del genere. Dunque è vitale che riesca a catturare la preda al primo tentativo. Il ghepardo è un felino agile, snello ed elegante, lungo fino ad un metro e mezzo, più 80 cm di coda. Il ghepardo è l’unico felino a non avere unghie retrattili. Il ghepardo è snello: ha le zampe lunghe e magre e il dorso arcuato ed elastico. La lunga coda maculata l’aiuta a non perdere l’equilibrio quando si inclina e curva a grande velocità. Quando è al massimo della velocità può spiccare balzi di oltre 6 metri. Uno dei segreti della sua velocità sono le zampe, che assomigliano più a quelle di un cane che a quelle di un felino. Gli artigli, inoltre, lo aiutano ad aumentare la presa sul terreno. Per fare un paragone, un cavallo da corsa riesce a malapena a superare i 70 chilometri all’ora, e il levriero può raggiungere all’incirca i 65 chilometri all’ora. Il muso del ghepardo è singolare e magnifico, con due delicate righe nere che scendono dagli occhi agli angoli della bocca. Il mantello, a pelo corto, con macchie piccole e piene, è spesso color giallo-ocra, mentre il ventre è biancastro. I cuccioli sono molto più scuri alla nascita, e hanno una folta criniera fatta di peli lunghi grigio-azzurri che va dal collo fino alla coda. Il ghepardo é un animale diurno che caccia a vista, principalmente all’alba e al tramonto. Caccia lepri, gazzelle, impala e mammiferi di tali dimensioni. Il richiamo del ghepardo è simile a uno stridio o al verso di un uccello. Questo suono si può udire a un paio di chilometri di distanza, ed è usato per comunicare con i propri piccoli e con gli altri ghepardi. Pur essendo un cacciatore il ghepardo è di indole pacifica se paragonato ad altri felini. Quando è contento fa le fusa come un enorme gattone domestico. È un animale che si adatta facilmente alla presenza dell’uomo fino al punto da addomesticarlo. Un esemplare adulto può pesare oltre 50 chili, e i denti aguzzi e gli artigli affilati lo rendono in ogni caso un animale pericoloso, da trattare con cautela. I maschi hanno dimensioni maggiori delle femmine. I piccoli di ghepardo devono imparare sin da piccoli a cacciare e ciò comporta un lungo addestramento da parte della madre che può partorire fino a otto cuccioli per volta. Le femmine, molte volte, catturano i le prede vive e le fanno poi cacciare ai piccoli per allenamento. Fino a undici giorni sono ciechi e inermi, poi, fino a sei settimane di vita, la madre continua a portarli da un nascondiglio all’altro per evitare il pericolo dei grossi predatori dopodichè iniziano ad andare a caccia. Nonostante però la sua premurosa attenzione solo un terzo dei cuccioli riesce a raggiungere l’età adulta. Prendersi cura della cucciolata non è un compito facile per mamma ghepardo. I cuccioli sono pieni di energia e straordinariamente giocherelloni. Spesso rincorrono la coda della madre mentre questa si riposa, e ci saltano sopra quando lei la agita come fanno normalmente i felini. Intenti come sono a lottare fra loro, a mordersi e a rincorrersi, spesso i cuccioli dimenticano l’onnipresente pericolo dei predatori. E infatti ha molti nemici in natura come il leone, il leopardo e le iene ma, come la maggioranza degli animali, il suo peggior nemico è l’uomo. Il suo magnifico manto maculato è molto ricercato per farne pellicce e vista la difficoltà nella sua riproduzione in cattività è stato oggetto di caccia fino alle estremità del suo territorio riducendone enormemente il numero. Il comportamento riproduttivo del ghepardo rimase sconosciuto fino al 1967, dal momento che questo animale rifiutava nel modo più assoluto di accoppiarsi in cattività. Gli zoologi infatti non sapevano che per spingere la femmina all’accoppiamento è necessario che siano presenti più maschi; è la femmina che sceglie il compagno, dopo che questi ha dimostrato di essere il più forte. I maschi adulti hanno uno stile di vita completamente differente da quello delle femmine: vivono in gruppi di maschi solitamente della stessa cucciolata; questi gruppi possiedono uno spiccato senso del territorio e infatti lo delimitano con l’urina: se un altro ghepardo invade il territorio delimitato rischia di essere attaccato e ucciso dal gruppo residente. Anche la distruzione dell’habitat ha messo in difficoltà il ghepardo, al punto che ora nell’Africa orientale lo si ritrova soprattutto nei parchi naturali. Nel 1900 si calcolava che ci fossero 100’000 ghepardi in 44 paesi. Oggi ne sopravvivono forse solo 12’000 in 26 paesi, soprattutto in Africa. Si stanno compiendo degli sforzi per proteggere questi bellissimi felini maculati, tuttavia il loro numero continua a diminuire.
Scheda zooologica:
Nome comune: ghepardo
Nome scientifico: Acinonyx jubatus
Famiglia: Felidi
Ordine: Carnivori
Classe: Mammiferi
Habitat: Savane e praterie aride e aperte. È presente in Africa (a sud del Sahara) e, in numero esiguo, nella penisola arabica.
Associazione vivere la montagna visita il sito:
www.viverelamontagna.ch
www.montagna.ch