il portale al servizio degli animali
La tratta dei cuccioli dall'Est
Il dolore
Perché si importa dall’Est? Semplice: allevati in maniera approssimativa, i cuccioli costano poco. Per questo consentono un margine di utile maggiore rispetto ai cani provenienti da allevamenti nostrani. Costano di meno, anche se spesso muoiono poco dopo l’uscita dal negozio. Già, perché molti, troppi cuccioli, pochi giorni dopo l’acquisto stanno male. Sottratti con troppo anticipo – sempre sotto i tre mesi – alle cure delle madri, subiscono, oltre a condizioni stressanti di viaggio, lo stravolgimento dell’alimentazione e un vero e proprio bombardamento farmacologico. Questo serve a fare arrivare il “prodotto” in buono stato sui mercati. “Grazie a immunizzanti, cortisonici e altri farmaci, tra i quali uno con gammaglobuline che ritarda gli effetti di eventuali patologie in corso, i cani non muoiono quasi mai in negozio o dall’importatore”, è l’accusa dell’associazione Gaia Animali & Ambiente – www.gaiaitalia.it. “Ma una serie infinita di patologie acquisite nei Paesi di provenienza, l’assenza di vaccinazioni e di qualsivolglia credibile cura veterinaria portano la mortalità dei cuccioli fino, e oltre, il 50% dei casi. L’ultimo guaito avviene, dopo costosi trattamenti e cure, tra le braccia dello sprovveduto acquirente”. Già, spesso finito l’effetto del farmaco, al cucciolo vengono le più diverse malattie. I cani muoiono un po’ alla volta, giorno dopo giorno. È un’agonia straziante: tra vomito e diarrea emorragica. Ed è uno choc, perché al piccolo, nel frattempo, ci si è affezionati.
La truffa
Ma c’è anche la truffa del pedigree. I cuccioli dell’Est, spesso, vengono venduti con la promessa del fantomatico pedigree. Per gli acquirenti fortunati, il pedigree arriva dopo circa otto mesi-un anno, ma è incomprensibile. Si tratta infatti di un pezzo di carta scritto in ungherese o in polacco sul quale potrebbe anche esserci scritto: “bravo, italiano, hai comprato un cucciolo malato con un pezzo di carta insignificante”. Una truffa che ricorda quella epica della “moneta romana antica” venduta ai turisti americani all’ombra del Colosseo, oppure, sempre per citare Totò, la vendita della fontana di Trevi. Qui, però, si imbroglia sulla pelle di esseri viventi di pochi giorni di vita.
Come difendersi da queste truffe e speculazioni? Spesso la leggerezza è sorprendente: quando si compra una lavatrice si pretende almeno uno scontrino e una garanzia, se si acquista un cucciolo in una mostra o a un mercatino, invece, non si ha nemmeno quello. Che fare, allora? Se si acquista un animale bisogna sottoscrivere un contratto e leggere attentamente ciò che si firma. Nel caso il quattrozampe dovesse morire, e se il vizio fosse riconducibile alla vendita, bisogna comunicare entro dieci giorni con lettera raccomandata il danno subito. Poi si ha tempo un anno per adire le vie legali.
Il documento di vendita
Il documento di vendita, insomma, va sempre richiesto, all’allevatore o al negoziante perché serve ad attestare la provenienza del cucciolo. In Italia un cucciolo di due o tre mesi non può ancora avere il pedigree, ma il negoziante è tenuto a certificare la sua fonte d’acquisto. Il documento deve poi attestare che il cucciolo sia regolarmente iscritto a un albero genealogico e, infine, deve fornire una garanzia sanitaria di almeno venti giorni contro l’eventuale insorgenza di cimurro, epatite, leptospirosi e parvovirosi. Queste micidiali malattie virali hanno infatti un periodo di incubazione piuttosto lungo: da 15 a 20 giorni. Un cucciolo che abbia contratto una di queste malattie potrebbe apparire sanissimo al momento dell’acquisto, ma ammalarsi e morire nel giro di poche settimane. Contro tutte queste malattie esistono vaccini perfettamente funzionali, e se il cucciolo viene allevato in modo corretto e vaccinato all’età giusta non contrarrà mai queste gravi patologie: quindi un rivenditore onesto, conscio che il piccolo è stato regolarmente vaccinato, non farà mai obiezioni di fronte a questa richiesta. Non accettate scuse o alibi: non ne esistono.
Ma, per non cadere in truffe o essere complici di speculazioni, ci sono anche altre soluzioni. L’Ufficio Diritti Animali della Provincia di Milano consiglia di non acquistare animali. Un essere vivente non si compera come un paio di calzoni. La vita non si commercia. Meglio, molto meglio prendere Fido o Micio in un rifugio (per sapere dov’è quello più vicino a casa basta comporre il numero verde gratuito 800.9992223 dell’UDA provinciale). Ce ne sono di tutti i gusti e tipi. Anche di razza.
Ufficio Diritti degli Animali Provincia di Milano