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Lettera al mio cane

Cara Annie, sono passati tre anni da quando abiti nei giardini del Paradiso. Ti ho amata molto, ma questo molto non mi sembra mai abbastanza. Siamo state insieme per quindici anni e ancora oggi, la mattina quando mi sveglio sento la mancanza dei tuoi occhi dentro i miei. Ti scrivo questa lettera perchè la nostalgia e l'amore che ho per te, continua, come continua la vita. Continua a nascere il sole e a calare la notte. Dentro questo mondo la vita continua a correre, ma non sono le nostre corse per i campi. Gli uomini corrono per scappare ai proiettili, e per sparare dei proiettili. Corrono per inseguire un animale da uccidere, e corrono per scappare agli occhi smarriti di un cane abbandonato per strada. Corrono a raccogliere l'esito su "chi sbrana chi", siano essi animali da combattimento o esseri umani dilaniati. Amore mio, lo so che tu stai sorridendo, perchè il male non fa parte del tuo mondo, e in questo mondo tu non hai mai fatto del male. Sei stata un dono di Dio. Grazie per i quindici anni che mi hai dato, ma grazie soprattutto per avermi insegnato ad amare. Grazie per essere tornata: perchè, due giorni dopo che te ne eri andata, sei tornata a riempire il mio cuore della tua felicità e del tuo amore per me. In quei giorni di disperazione per la tua perdita, sei venuta ad aiutarmi. Ho sentito tutto il tuo amore, il tuo essere, il tuo carattere riempire il vuoto che avevi lasciato. Tu eri lì, impalpabile, invisibile eppure presente come il cielo che stava sopra di me. Quel cielo in cui ti ho vista salire. Accanto all'Angelo che pregavo, ho visto il tuo essere di luce salire lentamente e per la prima volta udii la tua voce: CHE MERAVIGLIA dicevi... Ho capito così di aver vissuto nell'istante della tua morte, alla tua rinascita. Poi la vita continua, ed io nella mia limitatezza di essere umano, continuo a parlare di te come il mio p. tedesco, il mio cane, la mia Annie. Continuo a ricordare l'ultima notte passata insieme. Insieme in cucina alle tre di notte, tu ti lamentavi, ed io nella mia impotenza non trovai altro da fare che preparare una torta di mele, per farti compagnia, per dividere con te la tua ultima notte, per farti sentire tranquilla, perchè ero disperata. E mentre il profumo della torta si spandeva per la cucina, riuscimmo a dormire un paio d'ore insieme sul tuo tappeto. Sai, ricordo tutto di te, attimo dopo attimo di tutti i tuoi quindici anni. Chissà perchè mi viene da piangere: la mia anima è certa che tu sei un altro Angelo del cielo, e che ci ritroveremo. Allora forse riuscirò a darti tutto l'amore che ancora ho da darti. Perchè questo amore non ha mai fine: come il respiro dell'universo. Un abbraccio amore mio. A.C.