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Cedere alle pressioni

Vita da puledro: dal secondo al sesto mese

Come già accennato il puledro dovrà imparare presto a cedere alle pressioni.
Ci vuole una piccola premessa.
L’equitazione innanzi tutto è basata su pressione/cessione di pressione, cioè si crea scomodità per poi ricompensare dando comodità. Basta pensare a quando siamo in sella e vogliamo che il cavallo avanzi…facciamo pressione con le gambe e quando il cavallo obbedisce molliamo la pressione.
Anche all’interno del branco i cavalli comunicano con una sorta di pressioni, più o meno fisiche. Tutti sappiamo che nel gruppo ognuno ha la sua posizione gerarchica, il sottomesso fa tutto quello che vuole il superiore. Così quando l’elemento Alfa, vuole spostare il Beta lo fa tramite una serie di pressioni e avvertimenti. Prima mette le orecchie indietro, è il primo segnale di avvertimento, diciamo pressione livello 0, se il Beta non si sposta il livello aumenta e assume con tutto il corpo un atteggiamento aggressivo, testa bassa, narici “raggrinzite”, digrigna i denti etc. A questo punto il livello 2 è l’alzare un piede o aprire proprio la bocca mimando un morso. L’ultimo livello infine è la pressione corporea che può manifestarsi in calci, morsi e rampate più o meno forti d’intensità. Ma l’elemento Beta che conosce bene la sua posizione si sposterà al livello 0 = orecchie abbassate. Infatti ogni cavallo nella vita cerca sempre di stare comodo, questo equivale a sentirsi protetto, tranquillo, senza fastidi. Scene da livelli più alti si vedono raramente in branchi uniti e in condizioni di vita naturali, ma è normale che ci siano quando i cavalli vengono divisi spesso, lo spazio non è abbastanza grande, le risorse alimentari sono scarse etc.
Detto questo noi possiamo riprendere questa mentalità equina per comunicare meglio con il nostro amico.
Possiamo tramite questo linguaggio fatto di pressioni e cessioni di pressioni comunicare al meglio con il nostro puledro, infatti è proprio il linguaggio che usano fra loro per stabilire una gerarchia.
Possiamo, proprio come l’elemento Alfa, spostare il piccolo in tutte le direzioni, allontanandolo da noi e avvicinandolo. Vediamo le direzioni più semplici: indietro, spostamento del posteriore e spostamento dell’anteriore. Sono esercizi che serviranno anche in futuro, quando si passerà alla doma vera e propria.
Per tutti questi esercizi seguiamo lo stesso procedimento, dopo aver aumentato la nostra energia interiore, guardiamo il punto da spostare e allunghiamo la mano con le dita aperte. Per i passi indietro andremo a far la pressione sul muso o sul petto, per lo spostamento del posteriore faremo pressione nella pancia, vicino alla grassella o sulla coscia posteriore, per lo spostamento dell’anteriore la pressione andrà sulla mascella e con l’altra mano alla regione delle cinghie (dove passa il sottopancia). Naturalmente il piccolo inizialmente non capirà il solo guardarlo in uno di questi punti, quindi inseriremo il contatto fisico, facendo una piccolissima pressione nei punti indicati sopra, a seconda della direzione in cui vogliamo spostarlo. La pressione aumenterà gradualmente fino a che il piccolo non si sposterà nella direzione richiesta, a questo punto è di fondamentale importanza il rilascio di ogni pressione! E’ proprio questo che insegna al cavallo a comprendere ciò che vogliamo, gli facciamo capire che come segue le nostre indicazioni che gli creano scomodità tornerà comodo immediatamente, con il rilascio delle pressioni. Inizialmente accontentiamoci anche di un minimo spostamento di peso per rilasciare la pressione, e via via cerchiamo di completare l’esercizio. Presto il piccolo capirà e sposterà il suo corpo non appena guardiamo il punto prescelto. Con questi esercizi si rafforzerà il legame con noi, conquisteremo il rispetto in quanto elemento superiore a lui.


Ovviamente questi sono piccoli esercizi semplici, il puledro è ancora molto piccolo, dobbiamo lasciarlo libero il più possibile, facendolo crescere sereno, senza opprimerlo. Tuttavia questo metodo di insegnamento non è valido per ogni tipo di puledro, infatti ognuno ha la sua personalità e, come già detto, soltanto una spiccata sensibilità e una vasta esperienza equestre possono portarci a capire cosa fare e cosa non fare con il piccolo.

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A cura di Sara Gualandi


Notizia stampata il 21 Mar 2025 su www.animalinelmondo.com il portale al servizio degli animali