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Il cane da guardia e l'importanza della socializzazione
Basandoci sulle più comuni esperienze viste e sentite possiamo
affermare che, ancora oggi, molte persone credono che il miglior cane
da guardia sia quello “legato alla catena”; al contrario di ciò che si
pensa questa credenza non è assolutamente vera ed è opportuno andare a
vederne le diverse spiegazioni.
Partiamo da un concetto: il cane
da guardia non deve mai attaccare per paura. In qualsiasi animale
impaurito l’istinto della fuga è assai più forte di quello dell’attacco
e di conseguenza, un cane pauroso, potrebbe diventare un buon guardiano
solo se impossibilitato alla fuga, come nel caso in cui fosse legato ad
una catena; ma questa situazione ovviamente limita la sua possibilità
d’azione.
Il “vero” cane da guardia invece deve difendere in
modo spontaneo il suo territorio, come farebbe in natura: non deve
pensare che l’invasore sia pericoloso ma semplicemente che sta
invadendo il suo territorio. Per il cane un “territorio” equivale allo
spazio in cui vive, in cui si nutre e in cui si riproduce ed ha quindi
ottime ragioni per consideralo sacro ed inviolabile. A prescindere dal
fatto che l’intruso sia amichevole od aggressivo lui lo avvertirà di
stare alla larga ed è per questo motivo che un buon guardiano deve
essere poco socievole…poco socievole ma molto socializzato. Vediamo la
differenza.
La socialità, che è una dote caratteriale, deve
essere piuttosto bassa nel cane da guardia proprio per evitare che il
cucciolo faccia le feste a chiunque e si lasci “spupazzare” dal primo
che incontra. Differente è invece la socializzazione (che va
dall’ottava alla dodicesima settimana di vita), fase in cui il cucciolo
inizia a conoscere il mondo esterno, conosce altri suoi conspecifici,
tra cui l’uomo, arricchendo così il suo patrimonio di esperienza e di
riconoscimento degli stimoli. In questa fase il cucciolo ha bisogno il
più possibile di conoscere gente di età, sesso e aspetto diverso
trasformandola così in una fase quanto mai “allargata” per il cucciolo.
Se il cane da guardia non fosse socializzato correttamente scapperebbe
non appena il malintenzionato entrerebbe nel suo territorio perché
avrebbe paura dell’uomo e non sarebbe in grado di affrontarlo.
Al
tempo stesso è richiesta un’aggressività piuttosto elevata, la cui
manifestazione è principalmente quella territoriale (come descritto
sopra). Il cane non deve comunque possedere una tempra assai dura
perché se associata all’aggressività elevata potrebbe renderlo
pericoloso ed ingestibile, ma dovrà conservare quella giusta dose di
diffidenza ed insicurezza che lo facciano restare sempre vigile.
Se
ne deduce quindi che il cane da guardia deve conoscere perfettamente
l’uomo e non temerlo: e questo si ottiene solo con una perfetta
socializzazione.
Spiegato tutto ciò, possiamo concludere
tracciando il profilo del perfetto cane da guardia: poco socievole, ben
socializzato e dotato di buona aggressività.
A cura di Claudia Valentini