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Milla, una storia a lieto fine
La storia di Milla inizia, come molti altri casi simili, con una segnalazione da parte di una volontaria del canile di Palermo. Racconta di una cagna, pastore tedesco, molto giovane, forse di 8-9 mesi, trovata a febbraio 2011, forse investita e abbandonata. Paralizzata al treno posteriore, non riesce a usare bene neanche le zampe anteriori, presenta profonde piaghe da decubito ed è in pessime condizioni generali.
La segnalazione viene accolta da persone sensibili a questa tipologia di storie. Persone che aiutano gli animali quasi come primo mestiere. Milla viene ritirata dal canile, caricata su un aereo ed inviata all’aeroporto di Linate. Un volontario la ritira dall’aeroporto milanese e la porta all’Ospedale Veterinario San Michele di Tavazzano con Villavesco (LO).
Milla viene visitata e sottoposta ad un esame di risonanza magnetica. La diagnosi è di una grave compressione del midollo spinale a livelle cervicale, dovuta ad una crescita anomala dell’osso fra la settima vertebra cervicale e la prima toracica. L’unica possibilità di risolvere il problema è mediante un intervento chirurgico, nel quale tutto l’osso esuberante dovrà essere asportato. Vista la posizione, la gravità della compressione e la natura del tessuto da asportare, l’intervento è considerato difficile e delicato.
Due giorni dopo Milla viene operata. L’intervento viene definito tecnicamente riuscito. Nel gergo dei medici questo vuol dire, la cagna è viva, ho fatto tutto quello che ho potuto, non garantisco alcun risultato.
Ma Milla, non ha smesso di sorprenderci e dopo pochi giorni ha ripreso la sua eterna voglia di giocare con gli altri cani.
Poco dopo la cagna è stata messa su un carrello in modo di curare meglio le profonde piaghe da decubito a livello delle anche.
In seguito Milla ha iniziato un percorso di fisioterapia intensa presso la Clinica Veterinaria Via Emilia. Inizialmente erano tempi duri, il collo era ancora molto rigido, le piaghe stentavano a chiudersi e tanto per complicare la vita, è arrivato il primo calore.
I giorni passavano e Milla migliorava velocemente. Nel frattempo ha fatto molte amicizie con altri cani in condizioni simili, sottoposti anche loro alla riabilitazione.
Tutto il mese di Aprile e la prima settimana di Maggio sono passati. Finalmente una settima fa è arrivata la notizia – Milla sta finendo la fisioterapia, è ora di trovare una soluzione. Ovviamente nessuno aveva intenzione di rimandare Milla al mittente. Bisognava trovare un’adozione dignitosa per lei. Tutti i tentativi precedenti sono falliti. Molte persone che hanno sentito la sua storia si sono commosse, ma nessuno alla fine l’ha adottata.
Eravamo tutti stressati, ormai Milla camminava da sola quasi normalmente e dopo una ripresa del genere sarebbe stato veramente inaccettabile rimandarla in canile.
Alla fine ho deciso di adottarla personalmente. Ho fantasticato su questa idea molto tempo prima, ma avendo altri sei cani mi rendevo conto che, per una cagna penalizzata dal punto di vista motorio, la sua vita a casa mia poteva essere complicata. Invece, rendendomi conto del suo recupero così brillante, ritenevo che le sue condizioni fossero compatibili con tale decisione.
Arrivato il finesettimana, Milla, dopo aver salutato tutti i suoi amici della fisioterapia, è stata caricata in macchina e portata a casa mia.
Abituare un cane al suo nuovo posto richiede diverse ore, a volte anche giorni, se in quel ambiente ci sono altri animali. Milla, invece, ha avuto bisogno di 20 minuti. Sorprendentemente, con il suo modo di fare è riuscita a conquistare tutti. Perfino il vecchio Poldo, maremmano di quasi 15 anni, sembrava ringiovanito, accompagnandola in tutto il giardino a testa sollevata, le orecchie piegate indietro, cercando di scambiare due versi. E lei… si girava con eleganza evitandolo. Che spettacolo!
Ma l’amicizia più incredibile l’ha fatta con mia figlia. Vederle insieme è veramente un motivo di grande tenerezza perche, in fondo, era proprio la cucciola umana a dare il nome Milla alla cuciola di cane, quando quest’ultima era arrivata. Perché Milla? le ho chiesto. Perché è dolce come la camomilla che bevo ogni sera, mi ha risposto.
Dott. Offer Zeira
Fonte: http://www.ospedalesanmichele.it/