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Uome e cane un’alleanza fondativa

Abituati a pensare che solo l’uomo abbia domesticato il cane portandolo via dalle foreste dei suoi antenati lupini e forti di una tradizione antropocentrica che vede l’uomo autosufficiente nella costruzione delle sue qualità, facciamo molta fatica ad accettare che anche il lupo abbia contribuito a farci diventare quello che siamo.

Quella tra uomo e cane è stata un’alleanza fondativa per entrambi, capace di realizzare una dimensione esistenziale non presente nelle due specie separate: come dall’unione di idrogeno e ossigeno nasce l’acqua, così dalla partnership tra uomo e cane emerge un nuovo stile di abitare il pianeta. Con il lupo che lentamente si fa cane, l’uomo acquisisce strategie di gruppo nel monitoraggio del territorio, nello sfruttamento dell’ambiente, nella difesa del proprio spazio, qualità che prima non era presenti nella nostra vita. Molti antropologi concordano che nel catalogo dei comportamenti umani figurano accanto ai tratti etologici tipici dei primati dei predicati che sono tipicamente lupini. Nel paleolitico, per almeno 50.000 anni prima della rivoluzione agricola, uomo e cane camminano affiancati ibridandosi vicendevolmente ossia trasferendosi l’un l’altro culture e stili. I bambini che nascono nelle società miste fatte di uomini e di cani imparano non solo dagli umani ma anche dai cani, questa socializzazione è di fatto un’ibridazione culturale che non solo trasferisce contenuti non presenti nell’umano ma altresì allarga la dimensione umana favorendo la sua permeabilità ai prestiti esterni.

L’uomo non è il risultato di un processo di realizzazione autarchica e l’alleanza con il lupo è stata il primo grande inizio e volano di contaminazione, un processo che ancora oggi mettiamo in atto con le macchine e gli animali. E’ grazie a questa prima ibridazione se oggi l’uomo travalica i suoi confini di specie e si proietta in una moltitudine di dimensioni esistenziali. Il lupo ci ha addomesticati, ha cioè posto le basi della nostra rivoluzione culturale, una rivoluzione che è impossibile da comprendere se ci ostiniamo a spiegarla attraverso una semplice ricognizione interna sull’uomo. Accanto a questo dobbiamo riconoscere che anche il cane – quell’animale capace di muoversi con disinvoltura nelle metropoli, di entrare spontaneamente in un ascensore o in un vano d’automobile, di accendere o spegnere le luci di casa, di collaborare in un’infinità di attività dell’uomo, di accudire dei bambini autistici – non solo è un’entità dotata di pensiero, a dispetto di quello che voleva Cartesio, ma è a tutti gli effetti una realtà culturale.

Articolo di Roberto Marchesin www.siua.it


Notizia stampata il 16 Feb 2025 su www.animalinelmondo.com il portale al servizio degli animali