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Cosa è la vivisezione
OLTRE I CANCELLI PER L'INFERNO
Viaggio nel mondo della vivisezione
INTRODUZIONE
Ogni
anno centinaia di milioni di animali vengono uccisi durante esperimenti
di vivisezione. Ogni campo della ricerca medico/scientifica utilizza
questa tecnica, sebbene i risultati che si ottengono sono sbagliati o
fuorvianti. Fisiologia, patologia, genetica, farmacologia,
tossicologia, chirurgia, psicologia, sono soltanto i principali campi
in cui si compiono esperimenti di vivisezione. Sugli animali però
vengono anche testati pesticidi, cosmetici, armi chimiche, ossia
sostanze che non servono al progresso scientifico.
Come mai tanti
ricercatori impiegano ancora questo metodo che non è mai stato
dimostrato essere scientificamente valido? Quali interessi permettono
che, nell'era del computer, si utilizzino ancora gli animali per
ricavare dati riguardanti gli esseri umani? Lo scopo di questo opuscolo
pertanto non è solo quello di presentare le argomentazioni scientifiche
ed etiche del movimento antivivisezionista, ma anche spiegare quali
interessi permettono la sopravvivenza di un metodo di ricerca crudele e
scientificamente non valido.
Per
vivisezione si intende un esperimento in cui vengono impiegati animali.
I vivisettori invece preferiscono il termine più neutro di
sperimentazione animale. In realtà esistono ricerche in cui, pur non
compiendo una "sezione da vivo", l'animale subisce un notevole grado di
sofferenza. Ad esempio nel campo della psicologia si condizionano gli
animali a comportarsi in una certa maniera sottoponendoli a ripetute
scariche elettriche attraverso il pavimento della gabbia.
La
sofferenza inoltre comincia prima dell'esperimento, quando si
sottraggono gli animali dal loro ambiente naturale. Quelli invece nati
negli allevamenti subiscono dal primo giorno di vita le condizioni
innaturali della stabulazione, ossia della permanenza nella gabbie. La
vita di questi animali è scandita dai ritmi imposti dai ricercatori.
Hanno spazi ristretti, solitamente non possono socializzare e per
questo motivo vengono isolati dal loro simili, mangiano quando e come
vogliono i ricercatori, spesso restano in stanze perennemente
illuminate artificialmente e non vedono mai la luce del sole.
L'inizio
dell'esperimento porta spesso gli animali ad un lungo calvario che
termina con la morte. Nessuna specie viene risparmiata: topi, ratti,
conigli, uccelli, pesci, ma anche cani, gatti, scimmie, bovini e
cavalli. Secondo i dati ufficiali in Italia ogni anno vengono
vivisezionati più di 1.000.000 di animali, in Gran Bretagna circa
3.000.000, negli USA 20.000.000, nel mondo 300.000.000/400.000.000. Si
compiono esperimenti nelle Università, negli ospedali, in Istituti di
ricerca pubblici e privati (ad esempio associazioni per la ricerca
delle più svariate malattie), nelle industrie di ogni genere. Tutti i
prodotti, prima di essere commercializzati devono, per legge, essere
testati sugli animali: farmaci, cosmetici, pesticidi, ma anche olio per
i motori delle macchine, additivi alimentari, prodotti per l'igiene
della casa, inquinanti ambientali, alcol e tabacco e molti altri. E'
sufficiente questa osservazione per capire l'entità del fenomeno.
Le
modalità con cui vengono compiuti gli esperimenti sono le più svariate:
gli animali sono avvelenati, ustionati, accecati, shockati, affamati,
mutilati, congelati, decerebrati, schiacciati, sottoposti a ripetute
scariche elettriche attraverso elettrodi conficcati nel cervello e
infettati con qualsiasi tipo di virus o batterio, anche quelli che non
colpiscono gli animali, come il Treponema Pallidum per la sifilide o
l'HIV per l'AIDS. Per non disturbare i ricercatori a volte gli animali
sono stati persino devocalizzati, ossia gli sono state tolte le corde
vocali in modo da impedirgli di urlare. Comunque, secondo i dati
britannici, che sono gli unici al mondo ad essere piuttosto
attendibili, nel 70% circa degli esperimenti gli animali non vengono
anestetizzati e nel 30% rimanente, solo ad una parte viene
somministrato almeno qualche antidolorifico.
Insomma vivisezione
vuol dire rendere gli animali oggetti da utilizzare a proprio piacere e
per i propri scopi, ignorando la loro sofferenza e il loro diritto ad
essere rispettati.
Lega Antivivisezionista (LEAL) - Via Settala 2, 20124 Milano, tel. 0229401323, av@leal.it