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Sperimentazione umana
OLTRE I CANCELLI PER L'INFERNO
Viaggio nel mondo della vivisezione
Da
sempre la ricerca scientifica si avvale anche della sperimentazione
umana. La vivisezione quindi non rappresenta un metodo di ricerca utile
ad evitare l'impiego dei nostri simili. Qualsiasi dato ottenuto con gli
animali deve essere confermato sugli esseri umani per diventare
accettato scientificamente. Ad esempio nel caso della farmacologia, la
legge impone che ogni nuova sostanza debba essere sperimentata prima
sugli animali e poi sugli esseri umani. Tutto ciò dimostra in maniera
inequivocabile che la vivisezione non riveste alcun valore scientifico.
Perché infatti imporre anche la sperimentazione umana, se gli animali
fossero in grado di fornirci i dati che vogliamo? In realtà la
vivisezione serve per poter passare agli esseri umani senza tanti
scrupoli e potersi tutelare da eventuali denunce per i danni provocati
dalle nuove sostanze immesse in commercio.
Studi psicologici
dimostrano che quanti sono insensibili verso la sofferenza degli
animali lo diventano anche verso quella umana. Un'ampia documentazione
storica dimostra tutto ciò. In particolare è stato pubblicato un libro
intitolato “Cavie umane - La sperimentazione sull’uomo”, scritto dal
Dottor Pappworth, in cui vengono citati più di 200 esperimenti
aberranti compiuti sugli esseri umani e tratti da riviste scientifiche.
La maggior parte di queste ricerche è stata compiuta su bambini,
anziani, carcerati, orfani e malati di mente, quindi su categorie
indifese come gli animali. Le motivazioni di tali ricerche sono state
l’ambizione e il desiderio di facili carriere, ossia le stesse dei
vivisettori.
Il problema non è se sia giusto sperimentare sugli
esseri umani, ma come queste ricerche vengono compiute. Tutti i
partecipanti infatti dovrebbero essere consapevoli delle eventuali
conseguenze derivanti dalla partecipazione ad una sperimentazione,
dovrebbero essere liberi di decidere senza condizionamenti e i rischi a
cui vanno incontro dovrebbero essere più limitati possibile. Fino a
quando però la ricerca di base continuerà ad affidarsi alla
vivisezione, continueranno ad esserci anche "cavie umane", spesso prive
di qualsiasi tutela.
Quindi coloro che si battono per l’abolizione
della vivisezione, lo fanno per difendere gli animali da inaccettabili
soprusi, ma anche perché l’insensibilità dei vivisettori rappresenta un
pericolo per la vita e la salute dello stesso genere umano.
Lega Antivivisezionista (LEAL) - Via Settala 2, 20124 Milano, tel. 0229401323, av@leal.it