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Mediterraneo: alleanza tra pescatori e squali

Roma, 12 ottobre 2012 – Squali, questi sconosciuti. Soprattutto nel Mare Nostrum dove per la prima volta a studiarne comportamenti, spostamenti, abitudini e a monitorare il numero degli animali arriva SharkLife un progetto Life+ dell’Unione Europea affidato ad una cordata di soggetti di cui capofila è CTS (Centro Turistico Studentesco e giovanile), associazione di protezione ambientale specializzata principalmente nella tutela della biodiversità marina. Un progetto che si propone di contribuire alla conservazione degli squali in generale, con attività mirate in particolare allo squalo elefante, al trigone violadue specie che sono spesso vittime di catture accidentali e altre quali il palombo, lo squalo volpe, verdesche, spinarolo e alcune razze che vengono catturate durante le gare di pesca sportiva.. Animali che non hanno valore commerciale, ma che molto spesso vengono catturati accidentalmente. Queste attività , hanno un forte impatto su molte specie, sia nel numero di animali catturati e sia perché spesso si tratta di catture di giovani esemplari.

Il Mediterraneo è un mare semi-chiuso che ospita 45 specie di squali. L’Italia, grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, ospita 43 specie di squali. Il rapporto IUCN presenta prove del fatto che la regione interessata ha la percentuale più alta di squali e razze minacciate al mondo. Il 42% delle 71 specie valutate sono elencate nella Lista Rossa delle specie minacciate (nelle categorie Criticamente minacciate, in pericolo o vulnerabili) a causa del loro stato di conservazione.

A venire in aiuto agli squali sono proprio i pescatori. Nell’ambito della pesca sportiva c’è infatti una grande novità. La FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) partner di SharkLife ha modificato il regolamento di pesca sportiva che adesso prevede il rilascio in mare degli esemplari di squali pescati. Non solo. Gli animali saranno anche marcati con un tag ovvero gli verrà applicata una targhetta numerata e per ogni squalo marcato saranno rilevati dati quali luogo di cattura, lunghezza che poi saranno confrontati in caso di ricattura. Si consideri che l’elevato numero di gare che ogni anno provoca la cattura di centinaia di esemplari con conseguente perdita di biodiversità.

Sono circa 300 tra palombi, verdesche, spinaroli gli squali ogni anno salvati dalla pesca sportiva. Solo nell’ultima gara avvenuta a Bibione (VE) il 28 e 29 del mese di luglio sono stati 30 i palombi ad abboccare alle canne dei pescatori sportivi (il palombo è una delle specie di squalo più conosciute e apprezzate per le carni bianche che viene pescato con tutte le tipologie di reti e nella pesca sportiva, non raggiunge il metro di lunghezza, partorisce da 4 a 15 piccoli lunghi intorno ai 39 cm dopo un periodo di gestazione di circa 10 mesi. Stato di conservazione: vulnerabile). Tutti però hanno ripreso il mare. Lunghi circa 40 cm con un peso che non arriva al mezzo chilogrammo. Da questa cattura si evince che in quella zona di mare è presente una nursery di squali Palombo trattandosi evidentemente di cuccioli. Questo consentirà di salvare e quindi conservare una specie come quella dello squalo Palombo, essendo questo tra i pesci più pescati che spesso finisce sulle nostre tavole.

Anche AGCI Agr.It.Al (Associazione Generale Cooperative Italiane) sul fronte della pesca professionale è protagonista attiva della conservazione di questi animali. Oltre a utilizzare nella pesca con il palangaro nuovi ami circolari in grado di ridurre le catture accidentali di razze e squali, solo per le tartarughe Caretta caretta si parla di un 30% in meno, si sta mettendo a punto un sistema per segnalare la cattura di squalo elefante nelle reti da posta. Lo squalo Elefante è un’impressionante creatura dei mari, totalmente innocua per gli esseri umani, che i biologi attendono tra febbraio e marzo in Sardegna. Spesso mostrano tagli e cicatrici, testimonianza diretta degli scontri con le imbarcazioni, eliche o reti da pesca. Il dato interessante è che tra il 2005 il 2010 sono 79 gli avvistamenti di squalo elefante in Sardegna, soprattutto in inverno e in primavera, a testimonianza che l’isola rappresenta una tappa importante nelle migrazioni annuali di questi animali. In soccorso degli squali elefante arriverà un nuovo dispositivo elettronico applicato alle reti da posta che trasmetterà un segnale radio al personale del Parco della Maddalena ogni qualvolta un animale rimarrà intrappolato. Il prototipo di questo dispositivo sarà progettato proprio in questi tre anni di studio e ricerca.

Fonte: Pietro Briganò - Centro Turistico Studentesco e giovanile


Notizia stampata il 02 May 2025 su www.animalinelmondo.com il portale al servizio degli animali