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Redditometro: possessori di equini sotto scacco. Scatta l'interrogazione ai ministri
Le nuove normative tributarie fanno rientrare il possesso di un cavallo da corsa e da equitazione fra gli elementi denotanti una capacità contributiva superiore a quella espressa dai redditi dichiarati.
In base al cosiddetto redditometro 2007/2008, allo studio dellAgenzia delle Entrate, infatti, il Fisco avrà la facoltà di verificare la coerenza tra il reddito dichiarato dal contribuente e le presunte spese di mantenimento dell'animale posseduto.
Casi di accertamenti di questo tipo si sono verificati in Piemonte.
Proprietari e allevatori sono preoccupati e allarmati: molti di loro sostengono spese di mantenimento dell'animale sono di molto inferiori a quelle ipotizzate dal fisco.
Il rischio è di agevolare quella fetta di proprietari che non dichiarano il possedimento di equini, andando, una volta di più, a punire chi invece rispetta le regole.
L'Onorevole Mancuso chiede quindi ai Ministri competenti di rivedere i criteri di formulazione del Redditometro, togliendo il possedimento di un cavallo dai suoi indicatori.
Il settore equino, di allevamento e da corsa, attraversa un periodo di profonda crisi che, anche grazie a molti interventi governativi, sta tentando di superare. Una normativa di questo tipo potrebbe far ripiombare il settore nel buio della recessione.
Ecco l'interrogazione presentata dall'Onorevole Gianni Mancuso sull'atteggiamento del fisco nei confronti dei possessori di equini:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti
Al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giancarlo Galan
Al Ministro della Salute Ferruccio Fazio
Per sapere premesso che:
Il Fisco continua a considerare gli animali una fonte di gettito e a penalizzarne il possesso. Infatti, fa rientrare il possesso di un cavallo da corsa e da equitazione fra gli elementi denotanti una capacità contributiva superiore a quella espressa dai detti redditi dichiarati. Questo vale, indifferentemente, per i cavalli mantenuti in proprio e per quelli in pensione, per quelli bisognosi di cure e sotto osservazione sanitaria, e senza tenere in nessuna considerazione la differenza fra il cavallo da reddito e il cavallo che svolge una funzione socialmente rilevante quando è d'affezione o da riabilitazione (ippoterapia).
In base al redditometro 2007-2008, il Fisco può verificare la coerenza tra il reddito dichiarato e le "presunte" spese di mantenimento del cavallo. Si ha notizia di accertamenti in questo senso, in Piemonte, dove gli allevatori temono ripercussioni sul comparto allevatoriale equino e più in generale su quello nazionale. I proprietari e gli allevatori mantengono i cavalli con redditi assolutamente inferiori a quelli richiesti, contribuendo però al sostegno e allo sviluppo del settore, soprattutto per lo sviluppo delle razze equine autoctone e locali e di tutto l'indotto.
I medici veterinari della Società Italiana Veterinari per Equini fanno notare che considerare il cavallo un indicatore di reddito disincentiva il possesso del cavallo, contrasta con la tutela sanitaria dell’animale, rischia di incoraggiare l'abbattimento e depotenzia gli sforzi dell'Europa e dell'Italia per la creazione di una anagrafe equina basata sull'identificazione certa del cavallo.
Durante gli accertamenti, è richiesto di dichiarare quanti cavalli da corsa e da equitazione fossero mantenuti nel biennio 2007/2008 verificando quanto dichiarato dal proprietario con quanto riportato nell’anagrafe nazionale equina, dato ad oggi in possesso dell'Agenzia delle Entrate.
Individuare come soggetti di accertamento i proprietari che hanno regolarmente identificato il proprio animale rappresenta un criterio iniquo che paradossalmente favorisce i proprietari in violazione con l’obbligo di identificazione e registrazione nell’anagrafe nazionale equina.
Se non intendano intervenire per un azzeramento dei criteri fiscali che sottendono all’attuale redditometro correggendo l’anacronistica visione secondo cui il possesso responsabile del cavallo è un indicatore di ricchezza, e se non intendano, alla luce delle distorsioni evidenziate in premessa, togliere il cavallo dagli indicatori del nuovo redditometro, allo studio dell'Agenzia delle Entrate.
On. Gianni Mancuso