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Mostre mercato di cuccioli

Cucciolandia, Fiera del cucciolo, Mostra del cucciolo, Mondo cucciolo... sono svariati i nomi con i quali i mercanti di animali si presentano nelle piazze di vari comuni della Provincia.
Si tratta di mostre mercato itineranti di cuccioli di cane, gatto e altri animali che attraggono la curiosità di grandi e piccini. Solo in alcuni casi tuttavia queste mostre itineranti sono gestite e organizzate da seri professionisti del settore. Tali fiere, apparentemente realizzate con il solo scopo espositivo e con introiti derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso, celano in molti casi un’attività illecita di vendita degli animali esposti. Tale vendita viene effettuata senza la prescritta licenza delle autorità.

Il “materiale” in mostra è generalmente costituito da cuccioli provenienti dall’estero, sovente dai paesi dell’est. Va rilevato che molti di questi piccoli animali una volta comprati si ammalano e una percentuale considerevole muore. Una delle principali cause di debilitazione, che porta poi all’insorgere di gravi patologie, risiede nel prematuro allontanamento dei cuccioli dalle madri e pertanto dall’allattamento naturale. Il trasporto ha inoltre effetti deleteri sull’integrità fisica dei cuccioli i quali, indeboliti e spossati, si ammalano molto più facilmente. Non solo. Gli espositori-mercanti vantano spesso inesistenti pedigree e iscrizioni al libro-origini: nobili natali e pedigree servono unicamente ad aumentare il prezzo del piccolo animale, prezzo che rimane comunque di molto inferiore rispetto alla concorrenza degli allevatori italiani.

Per i più svariati motivi, che vanno dalla presenza di cani non tatuati (si ricorda che senza tatuaggio ovvero chippatura è impossibile avere la certezza che i quattrozampe corrispondano esattamente a quelli descritti nei tesserini di identificazione; pertanto viene meno la certezza dell’effettuazione delle vaccinazioni) a quella di animali ammassati, dalla presenza di cuccioli affetti da congiuntivite, eczemi, broncopolmonite o rachitismo a quella di animali parassitati da zecche e tenia, spesso i sindaci sono stati costretti a revocare le autorizzazioni (dopo le denunce dei visitatori e delle associazioni animaliste e dopo le visite dei carabinieri del Noe-nucleo operativo ecologico e dei veterinari delle Asl) a manifestazioni in corso. A ciò si aggiunga che alcuni organizzatori di queste “Fiere del Cucciolo” sono noti alle cronache giudiziarie per aver subito condanne per maltrattamento di animali e condanne per violazione della normativa Cee relativa all’importazione di animali esotici.
I sindaci, in caso di autorizzazione di attività non perfettamente in regola sotto il profilo normativo, sono ritenuti responsabili sotto l’aspetto penale e amministrativo; si capisce pertanto come sia opportuno procedere a un’attenta verifica dei requisiti di legge e regolamentari di tali strutture nonché all’ispezione da parte di un veterinario Asl che verifichi la conformità o meno alle disposizioni normative, agli standard igienico-sanitari e a quelli della sicurezza e del benessere animale. In tal senso può tornare utile l’iniziativa adottata dall’Ordine dei Medici Veterinari di Como e Lecco. Si tratta di un invito che mette sull’avviso gli amministratori pubblici affinché non offrano il fianco ai truffatori che attentano al benessere dell’animale e al portafogli dell’acquirente (il documento è in appendice, nella sezione “Documenti”).

Lo stesso corpo delle Guardie zoofile della Provincia di Milano è intervenuto, qualche anno fa, scrivendo a tutti i sindaci della provincia (“i controlli fatti dal personale del nostro nucleo hanno evidenziato gravi carenze sia per quanto concerne il benessere degli animali ed il rispetto delle norme di polizia veterinaria che per la sicurezza dei visitatori”) e invitandoli ad adottare misure per prevenire i maltrattamenti. Anche gli Ordini dei Medici Veterinari hanno più volte preso posizione, denunciando la dannosità per la salute degli animali delle varie “Cucciolandie”. Il già citato ordine di Como e Lecco già nel 1994 si dichiarava “indignato dall’uso meramente strumentale che gli organizzatori di tali manifestazioni fanno del mondo animale, subordinando il benessere e la libertà dei soggetti esposti ai soli fini di promozione commerciale”. Non solo. Secondo i veterinari dell’ordine di Como e Lecco “tutti i soggetti esposti subiscono continui spostamenti nel corso dei quali non è possibile evitare condizioni di affollamento e di variazioni microclimatiche: situazioni sicuramente traumatizzanti e spesso causa della diffusione di malattie infettive frequentemente letali per i soggetti più delicati quali i cuccioli”.

I Comuni difficilmente possono vietare a priori tali manifestazioni. Sarebbe tuttavia utile non autorizzare l’attendamento sul proprio territorio delle mostre mercato di cuccioli, ad esempio negando lo spazio, ovvero non concedere le autorizzazioni se non dietro garanzia di regole rigide. Il Comune può infatti stilare un regolamento per la concessione dell’attendamento definito da parametri molto restrittivi: animali che non possono avere un’età inferiore ai tre mesi, spazi che devono essere ampi, cani che devono essere tatuati o chippati, prescrizione di rigorose norme sanitarie.

Tratto da "Una Provincia amica degli animali. Guida agli amministratori locali per un corretto rapporto tra gli esseri viventi" di Pietro Mezzi (Assessore al Territorio, Parchi, Agenda 21, Mobilità ciclabile e Diritti animali della Provincia di Milano) e Edgar Meyer (Referente Ufficio Diritti Animali della Provincia di Milano).

Notizia stampata il 09 Oct 2025 su www.animalinelmondo.com il portale al servizio degli animali